Prestiti a Dipendenti

Per prestiti a dipendenti si intendono quei finanziamenti non finalizzati e a tasso fisso, che vengono erogati in favore di coloro che hanno un rapporto di lavoro dipendente, sia nel settore pubblico (statali, ministeriali e dipendenti di aziende municipalizzate) che in quello privato.
Questa è una delle tipologie di prestito preferite da banche e società finanziarie, in quanto esiste, in questi casi, la garanzia della busta paga, ossia del reddito fisso, nonché, in genere, del TFR maturato in favore del lavoratore debitore.
Quando si parla di prestiti a dipendenti, il riferimento immediato va alla cessione del quinto dello stipendio, fino a pochissimi anni fa relegata solo ai dipendenti pubblici, ma che grazie alla legge finanziaria del 2005 è diventata una possibilità di accesso al credito anche per i lavoratori del settore privato.
Essa consiste nel contrarre un debito, che verrà ripagato nel tempo massimo di dieci anni, come prevede la legge, fino a 120 rate mensili, il cui importo viene trattenuto direttamente dalla busta paga del lavoratore, ad opera del datore di lavoro, che non può sottrarsi a tale obbligo.
Nel caso dei lavoratori pubblici, statali e non, sarà l’Inpdap a occuparsi delle trattenute e relativo versamenti agli istituti finanziari.
Per i lavoratori statali è sufficiente un’anzianità contributiva di soli 6 mesi, per potere accedere alla cessione del quinto, mentre per le imprese private non esistono riferimenti unici, ma dipende dalla banca o società finanziaria. In genere, è richiesta un’anzianità minima di qualche anno.
Quanto al prestito delega, esso è un ulteriore forma di prestito ai dipendenti, consistendo in un tipo di finanziamento, che consente al lavoratore di superare il limite della trattenuta mensile massima del 20% dello stipendio netto, nel caso della cessione del quinto.
Qui, la quota massima arriva al 40% dello stipendio netto, ma il limite consiste nel non obbligo del datore di lavoro di effettuare le trattenute. Generalmente, solo i dipendenti statali riescono ad accedere a questo tipo di finanziamento, essendoci il rifiuto dei datori di lavoro pubblici non statali e privati nell’effettuare le trattenute mensili.
Infine, ricordiamo che l’Inpdap mette a disposizione per i dipendenti pubblici tutta una serie di possibilità di accesso al credito, come i prestiti pluriennali diretti, che configurandosi come finanziamenti finalizzati, tuttavia, richiedono la giustificazione dell’utilizzo della somma ottenuta.
Questa è una delle tipologie di prestito preferite da banche e società finanziarie, in quanto esiste, in questi casi, la garanzia della busta paga, ossia del reddito fisso, nonché, in genere, del TFR maturato in favore del lavoratore debitore.
Quando si parla di prestiti a dipendenti, il riferimento immediato va alla cessione del quinto dello stipendio, fino a pochissimi anni fa relegata solo ai dipendenti pubblici, ma che grazie alla legge finanziaria del 2005 è diventata una possibilità di accesso al credito anche per i lavoratori del settore privato.
Essa consiste nel contrarre un debito, che verrà ripagato nel tempo massimo di dieci anni, come prevede la legge, fino a 120 rate mensili, il cui importo viene trattenuto direttamente dalla busta paga del lavoratore, ad opera del datore di lavoro, che non può sottrarsi a tale obbligo.
Nel caso dei lavoratori pubblici, statali e non, sarà l’Inpdap a occuparsi delle trattenute e relativo versamenti agli istituti finanziari.
Per i lavoratori statali è sufficiente un’anzianità contributiva di soli 6 mesi, per potere accedere alla cessione del quinto, mentre per le imprese private non esistono riferimenti unici, ma dipende dalla banca o società finanziaria. In genere, è richiesta un’anzianità minima di qualche anno.
Quanto al prestito delega, esso è un ulteriore forma di prestito ai dipendenti, consistendo in un tipo di finanziamento, che consente al lavoratore di superare il limite della trattenuta mensile massima del 20% dello stipendio netto, nel caso della cessione del quinto.
Qui, la quota massima arriva al 40% dello stipendio netto, ma il limite consiste nel non obbligo del datore di lavoro di effettuare le trattenute. Generalmente, solo i dipendenti statali riescono ad accedere a questo tipo di finanziamento, essendoci il rifiuto dei datori di lavoro pubblici non statali e privati nell’effettuare le trattenute mensili.
Infine, ricordiamo che l’Inpdap mette a disposizione per i dipendenti pubblici tutta una serie di possibilità di accesso al credito, come i prestiti pluriennali diretti, che configurandosi come finanziamenti finalizzati, tuttavia, richiedono la giustificazione dell’utilizzo della somma ottenuta.